Le valutazioni della banca

Valutazioni della banca: abbiamo intervistato un deliberante, o responsabile crediti, che per molti anni ha “decretato” i sì e i no alle richieste di finanziamenti e mutui. Gli abbiamo chiesto risposte chiare precise e dettagliate sulle valutazioni della banca quando stabilisce di accordare o meno un finanziamento. 
di Marina Giangiuliani

1. Che lavoro fa il deliberante in una banca?
Il deliberante, o più comunemente responsabile crediti, decide il merito creditizio di un’azienda o di un privato. Tali richieste sono poste dai gestori della clientela. Il deliberante, inoltre, sovrintende alla regolarità e correttezza della gestione ed utilizzo del credito concesso.

2. Quali sono i requisiti essenziali per ottenere un finanziamento?
I requisiti essenziali per l’ottenimento del credito sono tanti e variegati. Elenchiamo i principali:
– il settore di appartenenza dell’azienda
– la sua storia. In particolare vengono verificati i dati già a disposizione della banca, quella forniti dall’imprenditore e i dati esterni (CCIAA, centrale rischi Banca d’Italia, andamento presso altri competitors, ecc.) ed;
– il business plan che dimostri la prevedibile capacità di produrre adeguato reddito negli anni a venire
– gli ultimi tre bilanci in cui si trovano stato patrimoniale e conto economico

3. La presentazione dell’impresa e dell’investimento/spesa. Come avviene?
Valutazioni della bancaI documenti fondamentali per convincere il decisore dell’utilità per l’azienda sono il preventivo accompagnato da una scheda tecnica del bene ed il business plan. Su quest’ultimo è opportuno aggiungere che sono molto rari business plan precisi e dettagliati sia nella parte qualitativa sia in quella quantitativa. Va da sé che un ben fatto e realistico business plan manifesta la forza interna dell’azienda e soprattutto che gli aspetti e le variabili in gioco sono stati calcolati già alla base.

4. Cos’è il merito creditizio?
Il merito creditizio è la capacità dell’azienda di produrre reddito, di crescere nel tempo, e la serietà dimostrata attraverso gli elementi citati in precedenza e la duttilità che le consenta di adeguarsi ai cambiamenti del mercato di appartenenza.

5. Nelle more delle valutazioni della banca… chi e come calcola il merito creditizio?
Il merito creditizio viene valutato dal settore crediti di una banca su proposta dei gestori che curano i rapporti con la clientela. Gli elementi su cui si basa la valutazione sono stati, in sostanza, già citati, ma in questo caso è fondamentale il bilancio per quello che riguarda le fonti, quelle presenti nella parte destra dello stato patrimoniale (patrimonio e finanziamento soci). Si cerca l’indebitamento attuale dell’azienda e le proporzioni tra queste componenti.
Per essere chiari:
la prima domanda che ci si pone è: quanto ci mette l’imprenditore? Quanto crede nella sua attività? Questo si verifica guardando la proporzione tra i capitali propri e quelli provenienti da terzi (banche, fornitori ecc). Anche se è comunque fondamentale la distinzione fra un’azienda industriale o artigianale ed una commerciale pura, IDEALE SAREBBE IL 50 % ma in Italia è già un lusso il 30 %.
La seconda domanda è: come vengono impiegate queste fonti? Immobilizzi materiali, immobilizzi immateriali, magazzino, finanziamento dei crediti aziendali a medio ed a breve termine ecc. Le fonti si trovano nella parte sinistra dello stato patrimoniale. Anche qui vale il discorso della proporzione tra gli utilizzi sempre tenendo conto della differenza centrale fra le imprese industriali o artigianali e quelle commerciali.
Non ultimo, il conto economico deve evidenziare la capacità di produrre reddito nel tempo attraverso l’attività dell’impresa escludendo fattori esterni come ad esempio la vendita di un asset. Tecnicamente, il dato principale su cui ci si fonda è chiamato MOL o margine operativo lordo.

6. Cosa dipende esclusivamente dal “rapporto umano” fra l’impresa e la banca?
Il rapporto che il gestore ha con il cliente è assolutamente importante sia inizialmente che nel tempo per valutare il cliente e la sua affidabilità. Decisivo è ad esempio che il gestore vada spesso presso l’azienda e parlare con l’imprenditore ed i principali suoi collaboratori.

7. “Consigli bancari” agli imprenditori che vogliono investire
Il finanziamento deve essere strumentale all’attività svolta, far ritenere che consenta una crescita di fatturato e margini e deve prevedere una spesa sostenibile ed ammortizzabile nel periodo di durata del finanziamento. In sostanza, la banca verifica tutte le rate che l’azienda già sostiene e per quanto tempo e cerca di capire se l’azienda potrà, almeno teoricamente, far fronte alla ulteriore “nuova” rata.

8. “Consigli bancari” ai giovani che vogliono avviare l’attività
Difficile. Validità del progetto in particolare in settori ancora poco sviluppati, serietà personale, precedenti esperienze. Ovviamente non basta. La domanda da porsi è: quanto ci mette di suo il giovane, quali garanzie propone? Che non possono essere uno stipendio di un genitore, ma piuttosto danaro genitoriale a collaterale o la presenza di adeguati cespiti personali/familiari di valore e non oggetto di ipoteche o pregiudizievoli.

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