italiani all'estero
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Giovani italiani in fuga

La Fondazione Leone Moressa, Istituto di ricerche e studi nato nel 2002 grazie all’Associazione Artigiani e Piccole Imprese di Mestre CGIA, ha presentato l’8 ottobre a Roma, presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio, il IX Rapporto sull’economia dell’immigrazione. L’edizione 2019 è dedicata ai giovani, in particolare a: “la cittadinanza globale della generazione millenial”.
di Paola Caracciolo

Secondo i dati emersi, 500 mila Italiani hanno abbandonato il nostro Paese nel corso dell’ultimo decennio. Di questi, la metà è rappresentata da giovani, la cui età è compresa fra i 15 e i 34 anni, A conti fatti, 250.000 giovani emigrati e non rientrati (pari ad una intera città come Verona) che hanno trasferito la propria forza lavoro dall’Italia in altri paesi equivalgono per l’economia nazionale ad una perdita potenziale di 16 miliardi di euro, ovvero più di 1 punto percentuale del PIL. 

Come riferisce l’Agenzia Nazionale di Stampa ANSA, tra i vari motivi della fuga all’estero, vengono menzionate “le scarse opportunità occupazionali”. L’Italia registra, infatti: “il tasso di occupazione più basso d’Europa nella fascia 25-29 anni: il 54,6% contro una media Ue del 75%. Nella stessa fascia d’età anche il tasso di Neet (chi non studia e non lavora) è il più alto d’Europa: 30,9% a fronte di una media Ue del 17.1%”. 

Per quanto riguarda l’istruzione, il nostro Paese si attesta su un livello “molto basso”. Ovvero, tra i 25 e i 29 anni “solo il 27,6% è laureato, quasi 12 punti in meno rispetto alla media europea”.