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Resto al sud per i giovani imprenditori

Bando Resto al sud: fondo perduto pari al 50% delle spese finanziate ed un “premio” fino a 15.000,00 alla rendicontazione di tutte le spese finanziate e sostenute. Finalmente un’opportunità appetibile.

Il bando Resto al sud è uno dei bandi nazionali, con contributo a fondo perduto, cui guardano sempre più spesso coloro che intendono investire per lo sviluppo o l’avvio di una nuova attività imprenditoriale o professionale.
Pur rimanendo invariate le caratteristiche finanziarie del bando, dal 2018 si sono visti vari aggiornamenti a partire dai requisiti dei destinatari fino ai territori interessati.
bando resto al sudA luglio 2020 è arrivata la modifica davvero sostanziale: è stato aumentato e rimodulato l’aiuto economico.
Oggi il bando Resto al sud finanzia i progetti, del valore massimo di 60.000,00 euro con una quota a fondo perduto pari al 50%. La quota residua deve essere finanziata tramite un finanziamento bancario che prevede il rimborso in 8 anni con un preammortamento di 2 anni. Alla rendicontazione, quindi quando tutte le spese sono state sostenute, è previsto un versamento a fondo perduto pari a 15.000,00 euro. Questo vale per ditte individuali e professionisti.
In caso di società e società tra professionisti, continuano a cumularsi 50.000 euro per socio fino a 200.000,00 euro. Alla rendicontazione, quindi dopo che tutte le spese sono state effettuate, il MISE, per il tramite di Invitalia, versa un “premio” interamente a fondo perduto di 10.000,00 euro per imprenditore quindi fino a 40.000,00 euro nel caso di società.
A ciò si aggiunge che sono stati facilitati i finanziamenti da richiedere alle banche tramite l’accesso diretto al fondo di garanzia dello stato e un eventuale anticipo da parte di Invitalia.
Possono partecipare al bando imprenditori (da giugno 2017), aspiranti imprenditori e professionisti con un’età compresa fra i 18 e i 46 anni.
Tramite il bando Resto al sud sono finanziabili: le spese per la ristrutturazione o la manutenzione straordinaria di beni immobili, le spese per l’acquisto degli impianti e delle attrezzature e le principali voci di spesa necessarie per l’attività.
Sono escluse: le spese di progettazione e consulenza, oltre ai costi del personale. Red.