artigianato

I numeri dell’artigianato italiano

Secondo l’analisi pubblicata nel gennaio 2019 dall’Ufficio Studi della Cgia Associazioni Artigiani e Piccole Imprese di Mestre, tra il 2007 e la fine del 2018 il monte ore lavorate in italia è crollato di 2,3 miliardi (pari al 5%).
di Paola Caracciolo

La flessione negativa ha colpito quasi prevalentemente i lavoratori autonomi, segnando un -14,4% pari a quasi 2,2 miliardi di ore. Mentre, per i lavoratori dipendenti si è registrato “solo” lo 0,4% in meno, pari a 121 milioni di ore. Anche se rispetto al 2007 il nostro Paese ha recuperato il numero di occupati persi negli ultimi 10 anni e anche se nei primi 9 mesi del 2019 (ultimo dato nazionale disponibile) si è riscontrata una lieve ripresa, pari ad un aumento di 175 milioni di ore lavorate (+ 0,5%) a favore di lavoratori autonomi e dipendenti, la situazione desta qualche preoccupazione.

“Sebbene dal 2015 il monte ore lavorate sia tornato a crescere” – spiega Paolo Zabeo, coordinatore del Centro Studi delle Cgia Mestre- “il gap con il livello pre-crisi è ancora fortissimo e a pagare il conto sono stati, in particolar modo, gli artigiani e i piccoli commercianti. In questi ultimi 10 anni, infatti, il numero complessivo di queste piccole attività di vicinato è diminuito di 200 mila unità. Chiusure che hanno desertificato molti centri storici e altrettante periferie di piccole e grandi città, con una veemenza che dal secondo dopoguerra in poi non si era mai verificata”.

Dal punto di vista geografico, tra il 2007 e il 2016 (ultimo dato regionale disponibile), nel Mezzogiorno si è registrata la contrazione maggiore, pari al 10,7% (-14 miliardi di ore lavorate). Nel Nordest la flessione ha segnato il -5,8% (-563 milioni), nel Nordovest il -5,7% (-755 milioni) e nel Centro Italia il -5,1% (-491 milioni di ore). In particolare, le regioni maggiormente penalizzate dalla crisi sono state il Molise e la Sicilia (-12,4% di ore lavorate a testa). A seguire, la Campania con il -12,3% e la Basilicata con il -11,1%. Mentre, le regioni a maggior tenuta sono state: la Lombardia (-48%), il Lazio (-2,9%) e il Trentino Alto Adige (-1,1%).

Sempre secondo i dati della Cgia di Mestre, “la bassa crescita del Pil registratasi in questi ultimi 12 anni, ha condizionato negativamente anche la qualità dei nuovi ingressi nel mercato del lavoro. Se i lavoratori dipendenti a tempo parziale sono aumentati di oltre 1 milione di unità (+40,2% rispetto al 2008), lo stock di quelli full time, invece, è sceso di 341 mila unità (- 2,3% rispetto al 2008)”.