Vantaggi dell’apprendistato per lavoratore e imprenditore

Nel rapporto di lavoro, sotto la forma contrattuale, i vantaggi dell’apprendistato sono notevoli e riguardano sia il lavoratore che l’impresa datore di lavoro.

Con il contratto di apprendistato, infatti, da una parte c’è il lavoratore si forma ed ottiene la sua remunerazione netta oltre a tutti gli altri diritti economici e contributivi derivanti dal rapporto di lavoro e dall’altra l’impresa che può godere di numerose ed importanti agevolazioni.

I vantaggi dell’apprendistato sono sanciti all’interno della c.d. “Riforma Biagi”, il D.Lgs. 276/2003 che definisce le condizioni contrattuali e suddivide in tre tipologie i rapporti di lavoro sotto il cappello dell’apprendistato tramite l’elencazione di percorsi di formazione e lavoro:

  1. Apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore (brevemente “apprendistato per la qualifica professionale”)
  2. Apprendistato professionalizzante (il contratto di mestiere non c’è più)
  3. Apprendistato di alta formazione e ricerca (brevemente “apprendistato di alta formazione”).

La formazione professionale è un elemento fondamentale per un lavoratore, perché permette di aggiornare ed ampliare le proprie competenze. Questa può essere inserita all’interno di un vero e proprio contratto di lavoro, la cui causa è lo scambio tra prestazione lavorativa e retribuzione a cui si aggiunge l’obbligo formativo a carico del datore di lavoro.
Tramite questo contratto, mentre l’apprendista ha la convenienza di imparare una professione sul campo, il datore di lavoro ha la possibilità di beneficiare di agevolazioni, primo fra tutti l’abbattimento del cuneo fiscale.

Per l’impresa datore di lavoro

Come accennato, il contratto di apprendistato determina numerose agevolazioni a favore degli imprenditori che decidono di assumere risorse umane tramite questa tipologia contrattuale. L’inserimento in azienda tramite apprendistato è, infatti, sostenuto da notevoli incentivi economici (come la contribuzione agevolata pari al 10% della retribuzione per le aziende con più di 9 dipendenti o lo sgravio totale per quelle con meno di 9 dipendenti o la deducibilità delle spese e dei contributi dalla base imponibile Irap), economici (come la possibilità di un sottoinquadramento) o normativi (come l’esclusione degli apprendisti dal computo dei dipendenti per determinati fini di leggi).

Per il lavoratore

L’elemento caratterizzante del contratto di apprendistato risiede nel fatto che il datore di lavoro è tenuto ad erogare, come corrispettivo della presentazione di lavoro, non solo la retribuzione, ma anche la formazione necessaria all’acquisizione delle competenze professionali o alla riqualificazione di una professionalità. Queste due obbligazioni hanno pari dignità e non sono tra loro alternative o accessorie.

Il contratto di apprendistato prevede la forma scritta del contratto, del patto di prova e del piano formativo individuale (PFI) che può essere redatto anche in forma sintetica all’interno del contratto stesso, quindi contestualmente all’assunzione. Il PFI può essere definito anche in base a moduli e formulari stabiliti dalla contrattazione collettiva o dagli enti bilaterali.

La formazione integrata in un contratto di lavoro può essere utile, non solo per i giovani, ma anche per coloro che intendono acquisire nuove competenze per reinserirsi nel mondo di lavoro. Per questo, tramite l’apprendistato professionalizzante, è possibile assumere anche lavoratori in mobilità o percettori di un trattamento di disoccupazione. Data la specifica finalità di riqualificazione professionale non è previsto alcun limite di età per tale rapporto di apprendistato.

Il datore di lavoro – fino a quando non sarà completamente operativo il libretto formativo – può rilasciare una dichiarazione per l’accertamento e per la certificazione delle competenze e della formazione svolta dall’apprendista.