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Biden, quale primato?

BIDEN, DAL CANE ALL’ETÀ PASSANDO PER LA SQUADRA QUALI PRIMATI?

La numero 2 degli USA è una donna. In realtà i parametri per la scelta sono stravolti e la distinzione uomo o donna sarà una mera, ininfluente, differenza di genere. Così, è proprio questo il momento per cancellare espressioni come empowerment femminile… gender mainstreaming… empowerment femminile…

Biden è un autentico democratico: ha sposato una donna con un lavoro retribuito, ha messo in campo più di una donna in ruoli centrali, ha persino salvato un cane dal canile. Dal 20 gennaio saranno tutti, compreso il cane, alla Casa bianca che ormai, a vederla senza pensarci troppo, sembra avvicinarsi alle case colorate degli americani. Sarà questa la forma di democrazia che gli Biden quale primatoamericani hanno votato? Il tempo saprà dircelo.

Per ora, anche Wall street pare aver votato un sì chiaro ed inequivocabile: i mercati finanziari hanno raggiunto record storici. In quanto alla vicepresidente, di fatto numero due, Kamala Harris, è nera indio-americana ma la questione razziale era stata già sdoganata con Barak Obama.

Biden, quale primato allora? Il primato politicamente significativo delle ultime elezioni è la carica di vicepresidente affidata a Kamala Harris, ma solo perché è donna. In fondo, è a lei che hanno detto sì prima i democratici e poi l’America tutta.

E questo sì porta a riflettere sulla sua osservazione “…Penso a tutte le donne che hanno lavorato per garantire il diritto di voto…”. Voto che, pur segreto, rappresenta la massima manifestazione del diritto, e del dovere, di “esistere ed esserci”. Ma Kamala Harris, mentre pensava a quelle donne, si è domandata se gli elettori stavano semplicemente scegliendo di fidarsi della squadra Biden – Harris? In America, dunque, le donne stesse precisano ancora la distinzione fra diritti sacrosanti attribuiti alle donne e agli uomini.

Passando dal cielo a stelle e strisce a quello rosso bianco e verde, troviamo il Presidente del Consiglio dei ministri italiano che alla presidenza del G20 vuole “promuovere una ripresa sostenibile, inclusiva, resiliente” (qualcuno ci spieghi cosa ha detto!) e fonderà la sua azione “… dando slancio all’empowerment femminile…” che altro non sembra se non lo slogan “potere alle donne” tutto femminile.

In un momento di stravolgimenti come quello attuale si parla delle donne o di chi debba, sappia o possa stare ai vertici, della politica quanto nei soggetti privatistici e privati. Ormai la società, che è fatta di uomini e donne, ha perso ogni punto di riferimento, le regole scritte sono modificate e cambiano ogni giorno e le regole non scritte non esistono più. Di certo le donne saranno sempre fisicamente più deboli e questo merita tutta l’attenzione possibile ma la forza mentale è tipica delle donne e la stanno dimostrando, comprese quelle che sopportano in casa senza denunciare vessazioni e soprusi.

Si può davvero ancora pensare alle donne come soggetti deboli e privi di identità, forza e intelligenza autonome? Il voto degli americani è solo l’emblema di tutto questo. Loro hanno potuto scegliere soltanto una numero due. A breve nessuno voterà più uomo o donna. Semplicemente il numero uno quanto tutti gli altri saranno eletti in quanto capaci, competenti, degni di fiducia. E gli stessi parametri per valutare capacità competenza e merito saranno totalmente stravolti al punto che oggi sono inimmaginabili! M.G.